Del perchè il file sharing dovrebbe essere sostenuto per legge







Un mio vecchio articolo (2007) pubblicato su Shannon.it

Sappiamo che per potersi sviluppare una cultura deve avere memoria di se stessa.


    La cultura orale e quella scritta sono discriminanti nella attuale visione degli storici: per potere parlare di cultura e di civiltà, è necessario che vi sia una cultura scritta.

    Unici due requisiti sono la durata del supporto e la comune “alfabetizzazione”, ovvero la capacità di discernere tali informazioni e la capacità del supporto di mantenere inalterate nel tempo le informazioni


    La cultura scritta è un sistema di codici, simboli e convenzioni (ideogrammi, pittogrammi, geroglifici, note musicali, numeri, lettere ecc..) fissate su un supporto (carta, papiro, legno, pietra ecc…) duraturo nel tempo affinchè le nozioni basilari di una civiltà (leggi, poesia, musica, trattati di medicina, progetti ecc…) possano essere trasmesse da una generazione ad un’altra.

(ancora oggi possiamo leggere i codici di hammurrabi, i geroglifici egizi scritti su papiri o dipinti sulle mura dei templi, possiamo leggere le regole giuridiche di Giustiniano, gli studi di Leonardo e gli spartiti di Pierluigi da Palestrina)
A volte, nel corso della storia tali supporti venivano messi in pericolo, ed in quei momenti centinaia di scribi, di copisti, di amanuensi si assumevano il compito di riprodurli.

    Alcuni di tali volenterosi erano illetterati e copiavano pedissequamente quei segni, senza    comprenderli ma con la certezza che un giorno altri avrebbero saputo leggere le ricette mediche vergate da Esculapio o la parola del dio in cui credevano.


    Così la cultura si e' tramandata sino ad oggi.

    Oggi non è più così.

    La durata dei supporti è estremamente limitata nel tempo: i nastri magnetici si smagnetizzano, i CD dopo 15 anni circa perdono irrimediabilmente il loro contenuto, le modifiche dell’hardware ed i differenti standard sono un ulteriore ostacolo.

    Il rischio serio è che nel giro di un paio di generazioni tutta la memoria artistica, giuridica e scientifica moderna scompaia.

    Già oggi abbiamo perduto pellicole e registrazioni musicali dei primi del novecento.


    Fra 5 o 6 anni non ci sarà più nessuno in grado di leggere le informazioni contenute su un floppy.

    L’utilizzo di sistemi proprietari e la non interoperabilità tra i vari supporti ed i vari produttori rende ancora più arduo questo passaggio (la mia enciclopedia grolier su cd-i è ormai illeggibile, il formato non esiste più e non trovo emulatori… le canzoni che avevo scritto e salvato sui floppy del mio atari st idem…)


    Perdute in maniera irrimediabile.


    Non ne esistono copie e le registrazioni magnetiche fatte su filo di ferro si sono smagnetizzate.


    Solo chi condivide e quindi continua a salvare su supporti diversi e multipli tali opere consente alla civiltà umana di potere avere accesso all’arte ed alla cultura contemporanea

Il filesharer si configura quindi come una sorta di neo-amanuense, egli lo fa su base volontaria, a proprie spese, bypassando se del caso i limiti imposti da lucchetti di tipo DRM


    Al filesharer va dunque riconosciuto il merito di essere la memoria viva della nostra civiltà.


    Ecco perchè pretendo che ad esso venga riconosciuto quel valore di custode del sapere.

    Ecco perchè in una qualsiasi civiltà consapevole di se stessa il filesharer non solo non dovrebbe essere punito, ma onorato e supportato.

Anche economicamente.